Le donne pescatrici di Jeju, conosciute come “Haenyeo”, rappresentano una tradizione secolare che ha profondamente segnato la cultura e l’economia dell’isola sudcoreana di Jeju. Queste donne coraggiose e resilienti, spesso di età avanzata, praticano l’apnea e raccolgono frutti di mare, come abaloni, ricci di mare, e alghe, dalle profondità dell’oceano senza l’uso di attrezzature subacquee moderne. La loro abilità e conoscenza del mare sono tramandate di generazione in generazione, e la loro comunità è un simbolo di forza e indipendenza femminile.
La storia delle Haenyeo risale a oltre 1.000 anni fa, ma la loro presenza si intensificò durante il periodo coloniale giapponese (1910-1945), quando molti uomini di Jeju furono costretti a migrare per cercare lavoro. In quel contesto, le donne dell’isola assunsero un ruolo centrale nella sussistenza economica della comunità, immergendosi nelle fredde acque dell’oceano per raccogliere risorse vitali.
Una delle caratteristiche più straordinarie delle Haenyeo è la loro capacità di trattenere il respiro per lunghi periodi, anche fino a due minuti, e di immergersi fino a 20 metri di profondità senza bombole d’ossigeno. Per fare questo, sviluppano una tecnica respiratoria unica chiamata “sumbisori”, che prevede un’inspirazione e un’espirazione rapida dopo essere risalite in superficie. Questa tecnica aiuta a gestire il bisogno di ossigeno durante le lunghe ore di immersione.
Le Haenyeo non sono solo pescatrici, ma anche ecologiste inconsapevoli. Le loro attività si basano su un profondo rispetto per l’oceano e le sue risorse. Seguono regole rigide per la raccolta dei frutti di mare, come il divieto di pescare durante determinati periodi dell’anno per permettere alle risorse marine di rigenerarsi, e praticano il “jamsu”, ovvero la pesca sostenibile, per evitare lo sfruttamento eccessivo delle risorse.
Negli ultimi decenni, il numero delle Haenyeo è diminuito drasticamente. L’invecchiamento della popolazione e la mancanza di interesse da parte delle giovani generazioni hanno contribuito al declino di questa tradizione. Tuttavia, nel 2016, l’UNESCO ha riconosciuto le Haenyeo come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, dando visibilità internazionale alla loro cultura e contribuendo a preservare questa tradizione.
Le donne pescatrici di Jeju continuano a essere una testimonianza di forza, determinazione e connessione profonda con la natura, un esempio vivente di una tradizione che ha saputo sfidare i secoli e le avversità.